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martedì 10 novembre 2009

L'ULTIMO MESSAGGIO DI LINDA ALLA MADRE PRIMA DELLA TRAGEDIA


«Io non è che non voglio affrontare i miei problemi. Io voglio solo vivere da sola e in pace e sicuramente qualcuno lassù saprà accogliermi. Tu non piangere, non ti disperare perché io sarò sempre accanto a te. Voglio amare e vivere, ma più mi guardo in giro e più è la rabbia che mi sale. Non è facile stare al mondo. Almeno per me non lo è. È vero, bisogna essere forti e saper affrontare tutto. Ma io in fin dei conti, non lo so, forse sto sbagliando, però c’è qualcosa che mi manca. L’affetto di qualcuno. È un anno che chiedevo a Dio di portarmi con lui perché anche quando credevo di stare bene alla fine mi rendevo conto che non stavo bene nemmeno con me stessa. Ma come si fa a stare bene con se stessi? Io non sono così forte. Non ho paura di papà. Non ho paura di nessuno. È solo che tutti i sogni che ho non si realizzeranno mai...». È il testo dell’ultimo, disperato messaggio che Linda ha scritto dal suo telefonino. Un sms che la ragazza ha inviato alla madre Zaia alle 8,53 di giovedì. Un attimo prima che la sedicenne si lasciasse cadere nel vuoto dal settimo piano dell’ospedale di Belcolle per mettere fine ai suoi giorni terreni e volare lassù, come scrive nel suo sms, dove sicuramente qualcuno saprà accoglierla.
Linda dunque, non aveva paura. Non aveva paura di affrontare la famiglia per la ragazzinata che aveva qualche giorno prima in palestra quando non aveva saputo resistere alla tentazione e si era impadronita di 240 euro che erano in una borsa lasciata negli spogliatoi. Ma era stata scoperta e quanto accaduto era stato riferito alla madre. «Si è trattato - dice tra le lacrime la sorella di Linda, Naima - di un fatto abbastanza grave, ma non un problema insormontabile. C’era da capire perché l’aveva fatto e proprio giovedì mattina nostra madre aveva preso un appuntamento con uno psicologo per poterla aiutare». Dell’accaduto Linda si era confidata con la sua amica Luisa. Ne avevano parlato a lungo, fino a tarda sera; poi Luisa l’aveva salutata con un «stai tranquilla, ci vediamo domani». Ma la risposta di Linda, alla luce di quanto è poi accaduto è stata premonitrice: «Forse - le ha detto - per me non ci sarà mai un domani».
Non un episodio sporadico, quindi. Non la paura di affrontare la realtà. Non la sua diversità di religione. Ma a spingerla a compiere il gesto estremo è stato quel suo male interiore che covava da tanto tempo e che, nascosto da quel suo bel sorriso, non era stato capito da nessuno.
«A Linda - dice il padre Said - non pesava il fatto di avere una famiglia musulmana. Da quando siamo in Italia, e sono ormai quattordici anni, ci siamo integrati benissimo con la vostra realtà, la vostra politica, la vostra fede. Non siamo integralisti e ognuno è padrone di comportarsi come vuole. Pensi. A Pasqua ha partecipato, vestita da ancella, alla processione del Cristo Morto di Bagnaia. L’estate scorsa invece, ha partecipato a un concorso di bellezza per la selezione di miss Lazio che c’è stata a Vitorchiano. Crede che questo sarebbe contemplato dal Corano? Eppure lei lo ha fatto. In libertà».
Con la voce spezzata dall’emozione Said continua a parlare della sua “gioia”, così la chiamava. «Non vedeva l’ora - dice - di diventare maggiorenne e ottenere la nazionalità italiana per poter entrare nell’Arma. Le sarebbe piaciuto indossare la divisa e il suo sogno era quello di poter andare in Accademia».
I funerali della ragazza si svolgeranno giovedì o venerdì in Algeria, dove verrà tumulata nel cimitero di Boudjma, a Kabilia.
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